Adenoma o ipertrofia della prostata

L’ ipertrofia della prostata (o adenoma prostatico) e’ una affezione a carico della ghiandola prostatica. Colpisce piu’ del 50% dei pazienti con eta’ superiore ai 65 anni ma non e’ affatto infrequente anche in pazienti molto piu’ giovani. L’adenoma, in relazione ovviamente alle sue dimensioni piu’ o meno significative, puo’ infatti esercitare una compressione a carico della vescica ed in particolare a carico dell’uretra ( un sottile tubicino che consente all’urina di fuoriuscire dalla vescica e che passa attraverso la ghiandola prostatitica) rendendosi cosi’ responsabile di diversi sintomi. Generalmente l’ipertrofia prostatica si manifesta inizialmente con un’aumentata difficolta’ nella minzione e/ o con un aumentata frequenza di quest’ultima. Il paziente e’ costretto sempre di piu’ a doversi recare ad urinare e cio’ comporta notevoli disagi, sia durante la giornata che soprattutto di notte quando tutto cio’ puo’ interrompere ripetutamente il sonno. Nelle fasi iniziali si somministra una terapia medica per via orale che consente di allievare i sintomi e rendere meno compromessa la qualita’ di vita del paziente. Tuttavia all’aumentare delle dimensioni della ghiandola prostatica la terapia medica puo’ diventare progressivamente sempre meno efficace fino a perdere quasi del tutto la sua utilita’. Allo stadio finale, quando l’adenoma diventa francamente sintomatico e scarsamente responsivo alla terapia medica, esso puo’ condurre ad un blocco completo della minzione con necessita’ di posizionamento di un catetere vescicale permanente. A questo punto si rende assolutamente necessario un intervento chirurgico per la rimozione della ghiandola in eccesso nell’ottica di ristabilire un normale deflusso di urina dalla vescica verso l’esterno. Per molti anni, quando il trattamento mediante terapia medica risultava essere insufficiente, gli interventi chirurgici cui veniva sottoposto il paziente risultavano essere purtroppo discretamente demolitivi ed inoltre potevano spesso condurre anche a diversi effetti collaterali come l’eiaculazione retrograda in vescica ( in questo specifico caso in piu’ del 90% casi) o la difficolta’ nei rapporti sessuali. Con l’avvento dell’embolizzazione gli effetti collaterali propri delle tecniche chirurgiche tradizionali si sono drasticamente ridotti fino a diventare praticamente nulli quando la procedura e’ eseguita da mani esperte.

Recentemente infatti e’ stata introdotta una tecnica sempre maggiormente richiesta (ed in particolare dagli stessi operatori del sistema sanitario che conoscendone i vantaggi la preferiscono altamente all’intervento di chirurgia tradizionale) che prende il nome di embolizzazione delle arterie prostatitiche.

L’embolizzazione prostatica per il trattamento mini-invasivo dell’iperplasia o adenoma prostatico è un intervento indolore ed eseguito con una semplice anestesia locale al polso o all’inguine, relativamente recente in quanto si applica ormai da più di 10 anni. Diversi sono i centri nel mondo che si occupano di questo innovativo approccio terapeutico.

Il primo caso di embolizzazione prostatica in via sperimentale risale al 2000. Già dal 2008 tuttavia vennero eseguiti alcuni casi oltreoceano successivamente pubblicati nel 2010. L’embolizzazione prostatica è una tecnica che abbraccia più campi e competenze e viene quindi eseguita da un team multidisciplinare composto da urologo, radiologo di imaging e radiologo interventista, cioè colui che esegue la procedura in prima persona. A tale riguardo sono stati istituiti dei centri di vera eccellenza per il trattamento della prostata mediante embolizzazione presso i nostri istituti.

Per ulteriori info visita la sezione sull’embolizzazione.